La grande emozione

Il lago dei cigni



Il cerchio si chiude con questo emozionante articolo di Paolo.

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E' stato pubblicato l'articolo Taras Bulba (Emozioni). 

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Ben fatto!

Grazie Paolo.

Emozioni

Eccola la Piazza Rossa.
Krrasnaja Ploshchad!
Mi fermo.
E’ stato un susseguirsi di emozioni fin dall’arrivo all’aeroporto Domodedovo.
Il bacio al suolo della “grande madre terra russa” i boschi attorno l’autostrada, le betulle, i cartelli in cirillico, la città , la Moscova.
Giunto in albergo, velocemente rinfrescatomi, sono uscito da solo per recarmi alla piazza.
E’ stato come quando bambini, ci viene raccontata una favola e non si sta nella pelle fin che non si è provato a noi stessi a viverla.
La mia è Pollicino e l’Orco.
L’Orco è la Piazza Rossa.
Un sottile filo mi ha guidato subito uscendo dall’albergo.
Passato il Bolsoj, un sottopasso stradale e scorgo la guglia di una torre.
Seguo un gruppo di persone, non so perché, sono convinto che mi porteranno dove voglio andare.
Passo una piccola porta e mi trovo davanti ad un grande edificio ottocentesco, leggo delle insegne commerciali e mi dico “deve essere il Gum” i grandi magazzini.
Affretto il passo.
Il cuore mi palpita.
Svoltato l’angolo, mi appare l’orco.
Maestoso.
S. Basilio, le mura del Cremlino, la torre Spasskaja, il mausoleo di Lenin.
Un brivido mi assale.
Fermo, impietrito, la memoria va subito alle parate militari che si svolgevano a ricordo della rivoluzione d’ottobre. Imponenti. Per incutere timore a chi osasse sfidare l’orso russo.
L’orso russo, il mio Orco.
Alla mente mi arriva la visione di Ivan IV detto il terribile immortalata da Eisenstein in un memorabile film.
Avanzo sul selciato di porfido fino al centro della piazza. Poche persone l’attraversano frettolosamente, alcuni gruppi davanti al mausoleo di Lenin. Un paio di coppiette si fanno fotografare.
Ora l’orco non mi fa più paura.
Ed il pensiero va alla vera anima del popolo russo contadino, genuina, spirituale, la gente di Gogol, di Puskin, di Tolstoi, di Dostoevskij, di Pasternak.
E mi immagino la piazza completamente coperta dalla neve silenziosa e la natura padrona dell’umana volontà.


 Sic transit gloria mundi.

Paolo

I protagonisti

In conclusione non possiamo fare a meno di evidenziare il grande lavoro organizzativo, che definirei perfetto, di Federica e di Franco (devo ricordare che parla il russo).
Ci ritroviamo a Udine al tradizionale pranzo del martedì. Riconoscenti gli facciamo un piccolo presente. La Lufthansa, tramite Franco, ci offre il pranzo.
Con questi organizzatori-trascinatori farei volentieri un'altro viaggio.
A proposito proporrei la foto sopra come manifesto simbolo della gita in Russia.

Il pomeriggio dei 4 aereoporti

Terminata la visita al Palazzo di Caterina ci rechiamo all'aereoporto (primo). Salutiamo Olga che nel frattempo ci ha spiegato le modalità dei controlli per la sicurezza previste negli aereoporti russi. Prima un controllo completo all'entrata dell'aereoporto (documenti, valigie, persona, via scarpe e cintura). Poi check-in dove io e Bianca consegnamo anche il bagaglio a mano per essere più liberi. Check-in ansioso perchè aspettiamo molto in attesa di risoluzione di un overbooking. Il nostro contributo è la perdita della compagnia di Franco che accetta di fare il volo diretto per Monaco invece del previsto passaggio per Dusseldorf e il passaggio in businness di Sofia ma sempre con il nostro volo. Dovremo anche fare di nuovo check-in all'aereoporto di Dusseldorf. Quindi nuovo controllo completo (via scarpe e cintura) per entrare in zona gates. Alla fine partiamo per Dusseldorf (secondo). Arriviamo e più o meno di corsa facciamo check-in e controllo di sicurezza (il Bosca, che aveva portato con sè il bagaglio a mano, viene super controllato con apertura valigia, verifica piccole irregolarità, risoluzione stentata etc, etc). Appena il tempo per andare in bagno e ci mettiamo in coda al gate. Partenza per Monaco (terzo), siamo in ritardo, serpeggia il dubbio che non si riesca a prendere l'aereo Monaco - Trieste, ai pensionati non dispiacerebbe, ai lavoratori si.
Arriviamo a Monaco e subito una hostess ci prende e di corsa ci porta all'imbarco per Trieste (che non era proprio vicino). L'aereo ci ha aspettato, ritroviamo l'amico Franco e partiamo per l'aereoporto di Trieste (quarto). Il pomeriggio dei 4 aereoporti è terminato, ritiriamo i bagagli, saluti e tutti a casa. Io e Bianca andiamo a casa di Bosca a riprendere la macchina per tornare a Tarcento.
Siamo stati benissimo, compagni di viaggio eccezzionali, ci siamo divertiti, abbiamo attraversato la storia ma al ritorno non posso fare a meno di pensare:
Home Sweet Home

Arrivederci San Pietroburgo, arrivederci Russia

Mercoledì - Ultima abbuffata mattutina e , dopo aver caricato le valigie sul pulmino, partiamo per l'ultima visita. Andiamo a Puskin (Tsarskoe Zelo) a una ventina di km dal centro città dove ci aspetta quella meraviglia che è il Palazzo Pavlovsk, residenza estiva di Caterina.
Penso che non si possa lasciare San Pietroburgo senza aver fatto una visita al palazzo e in particolare alla splendida “Camera d’Ambra”. Non ci sono parole per descrivere il lusso, lo sfarzo voluto da Caterina (voleva superare il Re di Francia) e messo in pratica dall'architetto italiano Rastrelli. Vi lascio alle immagini.


Il lago dei cigni

Ed alfin è giunta l’ultima serata a S. Pietroburgo.

Ci prepariamo per il Mariinsky.

Una leggera inquietudine mi assale.
Il teatro Mariinsky, il Kirov dell’epoca comunista, ora di nuovo Mariinsky, è il tempio del balletto russo.
Il pensiero va agli anni ’80 quando assistetti al teatro”Verdi” di Trieste, alla rappresentazione del” Lago dei cigni” con l’allora Kirov. “Fantastico”. La perfezione assoluta. Con tale ricordo mi incammino. Costeggiamo il canale Mojki ( non traduco perché poco poetico), passiamo vicino al palazzo dove si riunivano i Decabristi non lontano da dove fu trovato, annegato, il corpo di Rasputin con diversi colpi di pistola in corpo, ed arriviamo in piazza teatro, Teatral’naja ploscad. Alle nostre spalle il conservatorio, davanti a noi il Mariinsky. Edificio tardo classico, un po’greve, non in buono stato di conservazione.
Solita animazione davanti all’entrata.
Piccolo foyer spartano, statue di marmo, teche con costumi di famosi balletti, foto di etoile passate, da ricordare.
Prendo posto in platea e mi soffermo a guardare l’interno. Un solo ordine di palchi, uno grande centrale bordato di fregi, due gallerie non c’è il loggione.
Vado alla buca dell’orchestra dove alcuni orchestrali stanno accordando gli strumenti.
Piccola delusione. Indossano una camicia senza né giacca né papillon. Sarà forse per il caldo.
La sala è piena. Molti stranieri. Famiglie russe con tanti bambini.
S’abbassano le luci, si inizia.

Va in scena “Il lago dei cigni” balletto in tre atti( quattro scene) musiche di P.I. Tchaikovsky e libretto di Begichev e V.Geltzer.
Entra il maestro Boris Gruzin accolto da un caloroso applauso( deve essere molto famoso).
Parte la musica e vengo subito trascinato dal colore timbrico dei toni accesi che il maestro estrae dall’ orchestra. Si questa è l’anima russa! Rivivere una fiaba attraverso la musica ed in questo Tchaikovsky è maestro.
Scenografia grigia quasi cupa nel bosco e nel lago, costumi vivaci, corpo di ballo buono.
Davanti a me una famiglia russa. Il padre con la mano esorta il figlio bambino alla compostezza, la madre lo consola con la dolcezza degli occhi.
Accanto a me Michele gioca con l’ Iphone
Oh tempora!
All’intervallo salgo a visitare tutto il teatro. Non c’è lo sfarzo del Palazzo d’Inverno né di quello a Tzarskoe Selo. Anche il grande ed imponente palco centrale è arredato con le stesse poltroncine di platea e di prima e seconda galleria. Retaggio della rivoluzione? Sovieticamente pari dignità a tutti i fondo schiena?

Il balletto riprende.


La musica prorompe, i toni si alzano, i fiati rivaleggiano con gli archi  e il maestro disciplina il corpo di ballo ed esalta i passi dei solisti.
Mi piace molto Rothbart (al debutto) ed Odette-Odile.
Frequenti applausi.
Piccole variazioni nella coreografia di Marius Petipa dovute a Lev Ivanov in particolare nel finale da fiaba romantica.
Apoteosi finale.


“L’amore ha vinto l’incantesimo malefico.
Il sole nasce e splende con i suoi raggi sul principe ed Odette e sulle vergini che Siegfried ha liberato.”
così recita il libretto.
L’anima russa ha vinto.
L’anima russa profetizzata da Dostoevky come panumana e omniarmonizzante, l’anima di Puskin, di Gogol, di Tolstoi, di Pasternak e di Tchaikovsky è vessillifera sulla Terra di una grandiosa armonia generale.

E noi?














Noi c’eravamo!

Magnifica San Pietroburgo

Martedì - Solita colazione (non ci siamo ancor stufati) e appuntamento per prendere il batttello. Olga ci ha preannunciato la bellezza dei palazzi e della città vista dall'acqua. Facciamo un giro in battello di circa 1 ora percorrendo sia i canali più piccoli che il fiume Neva. Una bella esperienza che ci fornisce una visuale completa della città, un  indimenticabile ricordo.













In questo luogo il bello  non ha mai fine. Dopo la gita sull'acqua è prevista la visita dell' Hermitage. Olga ci ha preparato un giro per farci vedere opere d'arte che ritiene interessanti per noi e per ogni quadro famoso riesce a darci una interpretazione molto avvincente, quasi commovente.














Anche oggi è previsto il pranzo, così a fine visita Olga ci conduce a piedi al ristorante.
Poi alcune ore di libertà per preparaci all'evento di questa gita: il balletto al Teatro Mariinskij. Per tutto il viaggio ci siamo vestiti comodi, sportivi ma per il teatro no, non vogliamo sfigurare e quindi chi sfoggia vestiti nuovi, chi scarpe nuove, chi gioielli, etc. etc.). Ci troviamo all'entrata del teatro in orario ed entriamo. I biglietti con i posti numerati li avevamo già e le assistenti ci hanno indicato le nostre poltrone. Attesa dell'apertura del sipario, tra chiacchericcio e prove di orchestra.

Incredibile San Pietroburgo

Lunedì - Appuntamento alle 10 (imperterriti nel combatttimento con la colazione) per prendere il pulmino riservato con autista e guida e fare un primo giro di conoscenza della città percorrendo la Prospettiva Nevskij con deviazioni a destra e sinistra per ammirare palazzi e monumenti.


La nostra guida di chiama Olga e integra con molti aneddoti le più che complete descrizioni, brava. Tra le molte cose viste spiccano la Cattedrale Kazan, la Cattedrale di Sant'Isacco in stile europeo,  la statua equestre di Pietro il grande, la Chiesa del Salvatore o del Sangue Versato in stile russo, la simmetrica via Rossi, l'incrociatore Aurora che sparò il colpo di cannone sul Palazzo d'Inverno che diede inizio alla rivoluzione. Nell'organizzazione è compreso il pranzo e nonostante la colazione non possiamo rifiutare.

Pomeriggio dedicato alla residenza estiva, sul golfo di Finlandia, di Pietro il Grande. Peterhof si trova teoricamente a 1 ora di auto ma causa code etc. ci mettiamo più di 2 ore. Ammiriamo il bel giardino, le numerose fontane e la stupenda casa dello Zar, ricca di arredi e splendidamente arredata. Ritorno in albergo e appuntamento al Caffè Letterario per la cena. Io, Bianca e Bosca facciamo prima una passeggiata lungo la Prospettiva Nevskij. Al primo passagio pensiamo di aver individuato il locale e Bosca va a vedere, cacciato! il locale sembra chiuso. Al ritorno riprova, cacciato di nuovo, il locale è proprio chiuso. Nel locale attiguo (bettola?) una stanca occhiata alle finestre rivela che i nostri amici sono tutti li, più o meno affamati e distrutti dall'attesa dei piatti. Ci fermiamo anche noi e ordiniamo un secondo e un birrone. Almeno il bere arriva subito. Nasce spontanea una scommessa sul tempo di attesa fra Bosca (1 ora) e Michele (2 ore). Vince Bosca, per fortuna. Unica nota positiva il cameriere sempre sorridente, il primo e ultimo, che Michele premia con una buona mancia (ancora più sorridente). Per consolarci andiamo a prendere un caffè al bar del lussuoso albergo Europa.
Ne vediamo delle belle. Fatevelo raccontare da chi c'era. Ritorniamo in albergo che è notte (ricordatevi che a mezzanotte è ancora chiaro) per il meritato riposo.

Mezzanotte a San Pietroburgo

Il pulmino ci porta all'albergo Kempiski. E' mezzanotte passata ed è ancora chiaro, si stanno avvicinando le Notti Bianche. Possiamo andare a dormire? Nooo. Non saliamo neanche in camera e andiamo a fare un giro (non tutti solo io, Bianca, Bosca, Franco e Sofia).
Franco ci conduce nella piazza dell'Hermitage, immenso museo che occupa il Palazzo d'Inverno degli Zar e altri edifici contigui (il Piccolo, il Vecchio, il Nuovo Hermitage). Il palazzo è illuminato, nella piazza ci sono residui dei festeggiamenti, appena terminati, per il 307° compleanno della città, fondata nel 1703 da Pietro il Grande, lo spettacolo è emozionante. Anche il palazzo dell'Ammiragliato si fa ammirare. Attraversiamo la piazza con calma ammirando le prime avvisaglie dello sfarzo di questa città, voluto dagli Zar e messo in pratica da grandi architetti europei, in maggioranza italiani. Arriviamo alla Prospettiva Nevskij e passeggiando torniamo in albergo, sono quasi le 2 di notte. Accoglienza ottima, in camera troviamo frutta e dolcetti ( "li mangiamo?" "ma è tardi" "dai, solo un assaggio" ). Mangiati tutti i dolcetti e metà della frutta.



Alta Velocità

Il treno è una piacevole sorpresa (ma cosa mi ero immaginato?). Un treno nuovo, moderno e spazioso anche in seconda classe.
Partiamo in orario alle 19,45.
Abbiamo in dotazione auricolari per seguire il film storico trasmesso (bel film ma è in russo!).
C'è la carrozza bar a 2 vagoni da noi con posti a sedere che visiterò con il Bosca più tardi per un caffè.


Si mangia, si beve (in 1^ gratis),  si legge, si dorme, si ride, si gioca.

                                                    
In 4 ore arriviamo a San Pietroburgo (alle 23,45 in perfetto orario). Alla stazione siamo accolti da una allegra musica di benvenuto e troviamo subito il pulmino che ci porterà in albergo.

Mosca bagnata


Domenica - Appuntamento alla stessa ora. Solita colazione "di nozze" dove si nota l'assenza delle banane (Michele sa perchè) e dove Bosca (ehi! fa rima con Mosca) si distingue per la involontaria ricca mancia che dà al cameriere (gli aveva portato di nascosto tre banane). Oggi giro d'arte. Andiamo a visitare il museo Puskin piccolo, la casa di Tolstoi e che dire della grande Cattedrale del Cristo Salvatore con le sue mura bianche e la sua grande cupola centrale dorata. Fu costruita in pochi anni per celebrare l’850° anniversario della fondazione della città, festeggiato nell’anno 1997. Un tempo c'era una chiesa a ricordo della vittoria russa sulle truppe di Napoleone che fu distrutta da Stalin per costruirci un gigantesco palazzo. Invece costruirono una enorme piscina aperta ma con acqua calda, che rimase fino alla costruzione della cattedrale. Ma non è quì che io e il Bosca ci siamo arruolati nel 1° Reggimento Paracadutisti?
Poi un pò di libertà per il .... pranzo!!! Io Bosca e Bianca preferiamo passeggiare e, dopo una sosta per un caffè, arriviamo fino al retro della Basilica di San Basilio (si, quella della Piazza Rossa). Un gentile coreano ci fa una foto.
Pomeriggio visita al Museo Tretiakov (ma come si scrive?). Da notare che vicino c'è un ponte con alberi di ferro (almeno 10) pieni di lucchetti con dedica (vi ricorda qualcosa?). Improvvisamente comincia a piovere e riparandoci alla meno peggio raggiungiamo il bus. Si decide di andare a fare una visita a un grande mercato dove però la pioggia aveva fatto chiudere parecchi banchi. In zona troviamo anche una ricostruzione di un caratteristico villaggio in legno e il museo della vodka (visitato solo da Michele e Rafi).
Sta finendo la nostra permanenza a Mosca. Il mattino avevamo caricato le valigie sul pulmino, quindi ci rechiamo alla stazione dove con naturale difficoltà riusciamo a fare i biglietti (a suo tempo prenotati) per San Pietroburgo.

Taras Bulba

E' sera. No, l'imbrunire. Nemmeno. C'è ancora tanta luce. Insomma sono le otto ( le venti) o poco oltre e siamo al Taras Bulba ristorante- trattoria tipica russo-cosacca.
A proposito, ora che ci penso, chi era costui? un cosacco? ah, si , uno di quei tipi pelati con grandi baffi neri spioventi, ve lo ricordate Yul Brinner, stivali e frusta e via sul cavallo a sguazzare per la prateria – ricordo un film sui cosacchi con Yul e Tony Curtis, sarà stato proprio Taras Bulba, boh, forse).
Ci voleva.
Dopo un pomeriggio pieno, trascorso di corsa a visitare Mosca, la nostra guida Olga o Sonia o Sofia o Tatiana, correggimi Guido (era Natalia - ndr), ci porta a cena in un tipico locale.
E' fatta! ( penso fra me e me) C'erano state alcune rinunce, conciliaboli a gruppetti per decidere se si o no, e dove, e come, e perchè!
Entriamo.
Ambiente rustico, legno dappertutto, pavimenti e scale, mensole alle pareti con vasetti di confetture, foto risalenti agli anni venti trenta quaranta, strumenti musicali, arnesi di casa, tendine e nastri di trine a ingentilire le sale. Ci accolgono giovani e ragazze in abbigliamento caratteristico, colori rosso e bianco, cappello di paglia. Saliamo al piano superiore. Una stanza è stata a noi riservata. Non ci stiamo tutti comodamente. Altri conciliaboli. Si cambia.
Nello spostarmi verso la nuova sistemazione mi imbatto in un tavolo occupato da un gruppo di giovanissimi maschi e femmine, in piedi, il bicchierino in mano, la tavola imbandita mentre un signore di età maggiore sta rivolgendo loro un discorso. Bello!
Vuoi vedere che finito di parlare, tutti bevono e poi gettano il bicchiere nel camino?
Siamo a tavola. Finita l'ordinazione, c'è voluta una ventina di minuti, tendo l'orecchio per sentire se c'è stato il lancio dei bicchierini. Niente.
Arriva il bere.
Vodka naturalmente, ma non per tutti. Primo brindisi, non male.
Iniziano a portarci gli antipasti. Eccellenti. Altro brindisi, buono. Olga (Natalia - ndr) ferma gli antipasti, sono troppi. Arriva il ”borsc”. Brindisi, ottimo. Foto di singoli e di coppia e di gruppo con bicchierini di vodka. La bottiglia se ne sta andando. Allungo la birra con vodka, buona. Finita la bottiglia, siamo al secondo, per me ”polpetta alla Kiev”. Qualcuno vuole ancora vodka.
Mettiamo in tavola le mini-vodka regalateci da Franco nel pomeriggio, Tovaritch bianca e Nemiroff al peperoncino.
Si accenna ad un canto subito zittiti (anche a Mosca non amano il cic ciac - ndr).
Olga (Natalia - ndr) si mostra più esuberante ( nel raccontarci il vivere moscovita, che avete capito?).
Ma io veramente vado alle affermazioni fattemi da Bianca sulle russe.
Donna russa = tre volte donna

Paolo

Scarrozzando per Mosca


Sabato pomeriggio - Bel giro, la guida Natalia si impegna molto a illustrarci chiese, palazzi, vedute con generose integrazioni di Franco. A volte scendiamo a vedere e toccare con mano a volte no. Entriamo in un incredibile negozio di alimentari che, tolti gli scaffali, potrebbe essere la sala del trono. Dal bus vediamo lo Stadio, l'Università, la Duma con i vecchi simboli e i palazzi di architettura stalinista, che in centro non sono tantissimi però sono immensi.

Poi andiamo al Monastero Novoqualcosa dove assistiamo alla splendida esecuzione di un coro russo. Siamo stati a vedere il panorama dalla Collina dei Passeri. Abbiamo tentato una intrusione in Golf Club (più per una birra che per spirito golfistico, ma Club House chiusa) e siamo tornati in albergo decidendo di andare a cena, con Natalia, nel tipico Taras Bulba.
Locale e cena meritano un racconto a parte.